"No hay igualdad social posible,
sin igualdad de cultura."

José Martì


13 maggio 2010

Qui dentro non si entra. Tensioni alla Global Business



Un presidio per rivendicare i propri diritti, per gridare tutta la rabbia per un lavoro ormai perso. Gli operai della Global Business non si rassegnano all’idea di rimanere a casa da un giorno all’altro e dalla scorsa settimana hanno organizzato un picchetto davanti ai cancelli dell’azienda in via della Libertà. L’ordine era chiaro: impedire l’ingresso a chiunque volesse accedere al capannone. Con Valter Bianco, proprietario della Fastek Engineering assieme ai fratelli Grosso, che detengono anche la maggioranza delle quote di Global Business, si è arrivati ieri mattina quasi allo scontro. “Di qui non passa nessuno”, hanno intimato i lavoratori che si sono trovati nel giro di un’ora faccia a faccia con i carabinieri. “Questo signore è socio di chi ci ha tolto il lavoro – dice Pasquale Dibisceglia della FIOM-CGIL – Vogliono entrare per smontare i macchinari e trasferirle da un’altra parte assieme all’attività che fino alla scorsa settimana svolgevamo noi”. Di fronte al rischio di una denuncia penale, i lavoratori però si arrendono, e gli operai della Fastek possono accedere al capannone.

La Global Business deteneva l’attività di montaggio ruote per il primo equipaggiamento e occupava 48 operai. Lunedì scorso la proprietà ha annunciato la messa in liquidazione dell’azienda e la chiusura del capannone. “Chiudono a Grugliasco e si trasferiscono a Volvera”, accusano alcuni lavoratori davanti alla fabbrica. Secondo loro, in pratica, l’attività che era della Global Business sarà rilevata dalla Mectrans di Volvera, alla quale Htl, altra società del gruppo Grosso, girerà le commesse della FIAT. “E’ il solito gioco delle scatole cinesi”, denuncia Marinella Baltera della FIOM-CGIL, che parla di “Situazioni poco chiare: ci sono lavoratori in cassa integrazione mentre è iniziata una procedura di cessata attività, operai che fino alla scorsa settimana erano della Global Business oggi impiegati alla Mectrans, il trasferimento di attività e macchinari da un’azienda all’altra. Faremo partire esposti alla procura, all’ispettorato del lavoro, alla guardia di finanzia e all’Inps”.
La proprietà, però, rigetta tutte le accuse: “Non siamo in nessun modo soci all’interno della Mectrans”, dice Giuseppe Grosso. La Fastek, di cui Roberto e Giuseppe Grosso sono soci, “E’ proprietaria dei macchinari che utilizzavamo in Global Business e li ha ceduti alla Mectrans, che ha ottenuto dalla Htl, azienda che fa capo alla nostra famiglia, l’appalto per l’attività che prima svolgevamo alla Global Business e che non siamo più in grado di portare avanti. Ma noi e la Mectrans non siamo in nessun modo soci”.
E riguardo ad alcuni ex dipendenti dell’azienda grugliaschese precisa: “Si sono dimessi e ora fanno parte di un’altra società”. E dunque, non dovrebbero godere neanche della cassa integrazione.

Nelle prossime settimane proprietà, istituzioni e rappresentanti dei lavoratori si incontreranno per concertare l’eventuale utilizzo di ammortizzatori sociali per circa 40 dipendenti rimasti senza lavoro. Tra loro situazioni davvero difficili come quella di Marcelino Villalobos, peruviano da 18 anni in Italia, da 13 lavoratore alla Global Business: “Vivo con mia moglie che non lavora, e non so come fare per andare avanti”. Condizione simile per un suo connazionale, Romolo Gonzales, nel capannone di via della Libertà dal 2000: “Io vivo solo, in compenso però ho un mutuo da pagare, altrimenti rimango senza casa”. E come loro anche tanti italiani, come Giovanni Ferrante, 55enne di Settimo, oppure Maurizio Maglio, che già pensa ad azioni eclatanti: “Già me lo vedo: finiremo anche noi sul tetto”.


da "Luna Nuova", del 4 maggio 2010

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