Secondo la perversa logica introdotta col passaggio da TARSU (Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) a TIA (Tariffa di igiene ambientale), si è voluto aggiungere l’IVA alla tariffa.
Quindi, con il passaggio da “tassa” a “tariffa” il cittadino si è trovato un rincaro del 10% in più (l’IVA) che prima non pagava.
Fortunatamente una recente sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che la TIA è un tassa come la TARSU e pertanto non assoggettabile all’IVA.
I cittadini di Grugliasco, quindi, non devono più pagare il 10% di IVA sulla tassa rifiuti, ma soprattutto possono richiedere il rimborso di quanto ingiustamente versato.
Come spiegato dalla Federconsumatori in un articolo di Luna Nuova, << se arrivano le bollette con l’IVA conteggiata occorre quindi prendere un bollettino in bianco, scorporare l’IVA al 10% della cifra e scrivere nella causale “In base alla sentenza 238 del 24/07/2009 non corrispondo l’IVA in quanto non dovuta”>>.
E' necessario rilevare che, in seguito alla introduzione della TIA si è determinato un “sistema binario” in quanto in alcuni Comuni continua a vigere la TARSU mentre in altri, tra cui Grugliasco, vige la TIA.
Pertanto, ai cittadini di Comuni anche confinanti vengono paradossalmente applicati differenti trattamenti tributari.
La Federazione di Grugliasco, così come consigliato dalla CGIL e dalla Federconsumatori, invita i cittadini ad inviare al CIDIU S.p.A. la richiesta per il rimborso dell'IVA versata negli anni precedenti
Volantino distribuito al mercato di viale Echirolles
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