"No hay igualdad social posible,
sin igualdad de cultura."

José Martì


19 giugno 2010

Delegazione di Agraria fa visita ai lavoratori in segno di solidarietà



Sono davanti all’azienda dal 27 aprile, 24 ore su 24, con ogni condizione climatica, dormendo in un camper che prima era usato dai militanti No Tav. Hanno una certezza: quella di combattere per una causa, per il proprio lavoro, i propri figli, chi li ha, o semplicemente contro quella che è stata considerata un’ingiustizia.

Il presidio degli operai della Global Business, in via della Libertà, domenica alle 21 è stato visitato anche da una delegazione di studenti della facoltà di agraria, che ha portato loro solidarietà. Un gesto che gli studenti hanno voluto fare “Per dimostrare che ci occupiamo di quello che ci accade sul territorio, perché il mondo del lavoro è il nostro futuro, e quello che sta capitando agli operai della Global Business ci tocca in prima persona”, ha dichiarato Fabrizio Grandinetti, studente che segue il progetto della FIOM per la comunicazione dell’università con il mondo del lavoro. Pasquale Dibisceglia, rappresentante sindacale della Global Business, era molto felice della presenza degli studenti, ai quali ha fatto gli onori di casa, mostrando il presidio della loro protesta, organizzato con tanto di cucina, tavolo e televisione, “Per seguire il Mondiale anche da qui e non farci mancare nulla”, ha ironizzato Dibisceglia.

Gli operai non hanno attirato l’attenzione soltanto della stampa e degli studenti. Fra loro c’è anche una laureanda in antropologia culturale, Sara Curci, proveniente da Siena: sta preparando la sua tesi specialistica, che verte sull’integrazione fra operai italiani e migranti nelle aziende del torinese in condizioni di crisi.
“Sono qui da una settimana, ma in precedenza mi sono preparata con un mese di ricerca in altri presidi a Torino, contattati tramite alcuni sindacalisti – racconta la Curci. Ormai sono diventata una di loro: mi hanno accolta, dandomi da dormire nel loro camper, e sono stata integrata, in un clima di generale buon umore, nonostante non manchino gli attriti. Ho notato, tramite quella che antropologicamente si definisce osservazione partecipante, che tra di loro c’è una fortissima unione, derivante dalla difficoltà comune, e una maggiore integrazione tra italiani e stranieri. Loro stessi se ne rendono conto.”

Tanti sono anche i momenti di attesa, gli spazi liberi per pensare e riflettere, e così qualcuno di loro ha colto l’occasione per dare sfogo alla sua vene artistica. Walter Trignani per esempio ha disegnato sulla strada antistante il presidio 18 sagome di uomini, tanti quanti coloro che più hanno creduto nella protesta e continuano a farlo. Ad accompagnare i disegni, una scritta: “Vittime di un imprenditore senza scrupoli”, che spiega come tali lavoratori si sentano realmente, e poi un’altra, ironica e pungente, proprio davanti all’ingresso della fabbrica: “i dipendenti della Global Business annunciano con dolore la scomparsa del lavoro”.


da "Luna Nuova", del 15 giugno 2010

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